Prologue

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"Nemo me impune lacessit" E.A.Poe, The Cask of Amontillado

Benvenuti nella tana del Lupo: la Wolfschanze. Un luogo perso nella memoria stessa del tempo. Non abbiate timore. Esso non vorrà convincervi di nulla né nulla mostrarvi più di quanto già non conosciate. Solo, fornire a tutti i viandanti nuove lenti per osservare ciò che circonda ognuno di noi. Sia esso spaventoso, osceno, ironico o divertente, il Lupo non è che un Narratore. Storie di paura, orrori e sciocchezze. Metafore dei nostri patemi quotidiani.. O forse no...? Come che sia, entrate, giovani prede...il Lupo è qui ad attendere ciascuno di voi.

Lone Wolf

Lettori fissi

Ladies & Gentleman's: Your Soundtrack

mercoledì 25 giugno 2008

Wolf's Birthday!!





Che dire?

Due cifre in croce:

21 il giorno incriminato.
26 i concorrenti.
20 l'orario d'inizio.
04 l'orario del termine (gli sfortunati!).
14 le bottiglie aperte.
09 i cocktails incamerati.
04 i giri di ciupito.
02 bicchieri d'acqua (sto ancora cercando di capire chi per non invitarlo il prossimo anno).
06 i kg di merce commestibile ingurgitata.
06 coloro che hanno visto la fine della serata.
12 coloro che sono tornati a casa dopo le 23
08 coloro di cui da tre giorni non si hanno notizie.
....
......
Troppi gli anni compiuti.


Ringrazio tutti coloro che alla fine ce l'hanno fatta a presenziare all'imprescindibile evento!

Speciali sono peraltro i ringraziamenti per la Gnagna che ha così generosamente messo a disposizione la propria macchina fotografica.

Certo, se ne avesse fatta anche qualcuna in più...

Ad ogni modo, non essendovi prova documentale della loro presenza, ringrazio in ordine di apparizione:

Cristina;
Siria e consorte;
Federica (grazie per esserci stata... alla festa intendo).
La Gnagna;
Elisa;
Stefania;
Aeronik (un uomo che ha fatto della ruota la sua ragion d'essere);
Teone Sala;
Il Caste (un po' abbacchiato ma sempre prestigioso nei suoi silenzi)
Mio fratello e consorte;
Chiara V. e consorte;
Topolino (che stava bene!!);
Claudia (che stava bene pure lei!!);
.....
(MIRACOLO!!)
.....
Il Sava;
Tizi;
Ste;
Lucianino con signora;
La Chiaretta (incinta e sola a casa non ha voluto mancare... mio idolo!);
Roby & Enrica (con cui mi devo scusare);
Daniel (di passaggio ma sempre un piacere);

Il tutto oltre chiaramente all'uomo che ha reso possibile un compleanno devastante in piena Notte Bianca Lecchese: il grossissimo Andre del Sunflower, sul lungo Lario!!

Avrò dimenticato ancora qualcuno??

Beh! Come che sia, per tutti loro un applauso di (quasi) commozione (ovviamente cerebrale).

Per chi non ce l'ha fatta... N'DU CULU ATTIA EA TUTTA LA TUA FAMIGGHIA (cit. Cetto La Qualunque).

(Mai stato un tipo rancoroso).

Vi voglio bene un bel po' (cit. Pibe di Correggio).

PS: l'anno prossimo voglio provare a cambiare dinamica. Pensavo di fare a gara a chi si scaraventa nel Lago più velocemente con il maggior numero di bottiglie di rum legate al collo, nel mentre che limona la tipa più orrenda della festa (soggetto aimè assente nel caso di specie) cercando di declamare un passo dell'Eneide coi rutti.

Ma mi sembra sempre troppo facile.


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"The world of Men will fall"

sabato 14 giugno 2008

Avvocato... Che Passione (Episodio I)


Drinn… drinn..


Capo Supremo: pronto?

Lone Wolf: sì, buonasera capo, sono io. Son qui anche con F che è in conferenza.

CS: Ah! Ciao! Io son ancora in macchina. Ma voi che ci fate in Studio?? Son le 11 passate.

LW: abbiamo finito solo ora di preparare tutto per la grande trasferta. Partiamo domattina alle 6.

CS: ottimo, ottimo! Sempre “sul pezzo”… che dire allora?

LW: a questo punto ci accontenteremmo di un “in bocca al lupo”!

CS: faccio di meglio. Citazione: tornate sugli scudi o sotto di essi!

F: ………….. [mi guarda]

LW: ………Notte, capo.

CS: Notte ragazzi!


Drinn…. Drinn...


LW: Pronto?

CS: Ciao! Non mi avete più chiamato? Allora? Sopra gli scudi come sempre eh??

LW:……….

CS: Beh? Non dici nulla?

LW: Stavo solo pensando che da dove mi trovo lo scudo non lo vedo, ma credo di sentirlo bene.

CS: …………..

LW: …Notte, capo.

CS: Notte LW.




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"The world of Men will fall"

mercoledì 4 giugno 2008

RUINS




Berlino. Aprile 1945.

La città era ormai niente più di un campo di battaglia. Le piazze tramutate in trincee; le strade, sconvolte dai colpi dell'artiglieria russa, sono sommerse da nuvole di fumo in cui a malapena si intravedono figure di uomini. Pallide, lacere e disperate. Donne. Bambini.
La città adesso era anche affamata ed assetata. Non c'erano più viveri, mancava totalmente il pane. Da otto giorni era sospesa l'erogazione dell'acqua. La popolazione, che viveva ormai solo nelle cantine, pompava quella della Sprea, filtrandola.
Centoventi dei duecentoquarantotto ponti erano stati fatti saltare dai genieri tedeschi. Degli altri, quasi tutti erano già in mano sovietica. Quella che doveva diventare la capitale del Reich millenario e del mondo, non era ormai che una trappola senza uscite.
Come era stato per Stalingrad, era venuto anche per lui il momento di fuggire.
Non c'erano più vittime tali da valere la pena di correre quel rischio.
Gli umani sembravano perfettamente in grado di annichilirsi tra di loro.
Tribunali volanti delle SS giravano come ossessi in una notte che era ormai più chiara del giorno a causa degli incendi e dei bombardamenti.
Fucilavano o impiccavano chiunque venisse trovato per le strade.
Anziani.
Ragazzini.
Chiunque sembrasse anche solo lontanamente abile al fronte (che ormai era a soli quattro o cinquecento metri dalla Cancelleria) vi veniva avviato. Se non era in grado di muoversi, lo giustiziavano sul posto.
Molti anni dopo, in effetti, avrebbero stabilito che nella battaglia di Berlino morirono più tedeschi per mano nazista che russa. Circa 150.000, comunque.
Ma questo non mi importava, adesso.
Che Hitler ed i suoi maiali marcissero nel loro troglo a 30 metri sotto terra.
Io dovevo solo fuggire da quell'inferno.
Mi unii ad un gruppo di ufficiali di alto rango che mi scambiarono per un colonnello.
La divisa era stata la mia ultima preda, la notte precedente.
Contavano di raggiungere la Sprea e di attraversarla al ponte Wiedendammer dove uno degli ultimi reparti corazzati ancora operativi stava tentando di incunearsi nelle linee sovietiche. Al di là del fiume, lo Schleswig-Holstein. La Danimarca. Una speranza.
Giunti al ponte, ci infilammo nella scia dei panzer. Un certo Bormann (che pareva guidare il gruppetto) camminava dietro al carro di testa. Io lo seguivo a ruota.
Non vedevo neppure le bocche da fuoco sovietiche.
Ne sentivo soltanto il boato.
La torretta del Tiger si aprì di botto.
Il carrista era nero di fuliggine in viso.
«Fuggite, pazzi! Sono troppi!»
Altro boato.
Questa volta più vicino.
Un attimo dopo, il boccaporto della torretta vomitò una fiammata che in un lampo avvolse il carrista.
Urla strazianti.
Il carro al mio fianco che saltava in aria.
I resti di quello che era stato l'equipaggio del panzer, addosso a tutti noi.
Panico.
Bormann comincia ad urlare. E' pieno di sangue.
E non molto è suo.
Si lancia all'indietro.
La puntata è fallita.
Nessun carro sopravvissuto.
Il ponte non è che un cimitero.
I russi caricano alla baionetta.
A respingerli sono ragazzini e vecchi ottuagenari del Volkssturm, la milizia popolare.
E' un nuovo massacro.
Un paio di fucilieri della Guardia mi si parano davanti.
Sto cominciando ad irritarmi.
Il sole monterà presto.
Sono solo due ragazzi.
A Mosca o a Smolensk avranno certo una ragazza, un padre, una madre.
Fatti loro.
Un attimo dopo i loro brandelli si inabissano nella Sprea.
Ed io con loro.
I russi non controlleranno un fiume che è noto per non dar scampo a chiunque debba respirare per vivere.
Una via di fuga perfetta, dunque.
A questo pensiero puerile, riuscii persino ad abbozzare un sorriso.
E mentre mi lasciavo trascinare sottacqua dalla corrente, con un ultimo sguardo abbracciai le rovine della città che avevo tanto amato.
E che adesso, non esisteva più.
Sopra di lui, a migliaia di metri di quota, il marconista di uno YAK sovietico segnalava al Quartier Generale: «Ore 04:42. Su Berlino, cessato ogni segno di resistenza».


wolf.jpg Lone Wolf

"The world of Men will fall"